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"Un poeta in una fabbrica per cambiare la fabbrica", Peracchini ricorda Giovanni Giudici In evidenza

 Questa mattina il Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini ha fatto i saluti istituzionali alla Giornata di Studi in ricordo di Giovanni Giudici a dieci anni dalla sua scomparsa.

Nella giornata, sono intervenuti il vice Sindaco di Lerici Marco Russo e, a seguire, le dissertazioni del prof. Carlo Di Alesio, curatore della Cronologia apposta al volume dei Meridiani Mondadori dedicato a Giudici e autore di diversi saggi sullo scrittore e il prof. Antonio Zollino, docente di letteratura italiana contemporanea presso l'Università Cattolica.

La mattina di studio, alla quale hanno partecipato anche gli studenti dei Licei Classico e Scientifico, si è conclusa con una lettura delle poesie di Giovanni Giudici da parte di Matteo Taranto e con i saluti di Corrado e Gino Alberto Giudici, figli del poeta.

Nei saluti, il Sindaco Peracchini ha dichiarato quanto segue: "C'è stato un tempo, nell'Italia degli Anni Cinquanta, che la provincia di Ivrea era paragonabile alla Silicon Valley, dove viveva un imprenditore visionario che si chiamava Adriano Olivetti, somigliante allo Steve Jobs degli Anni Duemila.

Noi non ci ricordiamo più di quella grandezza autentica che ha fatto la storia di questo Paese, prima della retorica dei brand alla "made in Italy", eppure proprio in questo momento di forte cambiamento dettato dagli scenari internazionali, dalle crisi economiche e sociali causate direttamente o indirettamente dalla pandemia mondiale del 2020, sarebbe bene riprendere le fila di quella storia e farne un patrimonio comune dal quale attingere a piene mani. Oggi viviamo una separazione rigorosa fra i saperi umanistici e quelli scientifici, anzi, talvolta sono messi in antitesi tanto da sembrarci quasi assurdo che un imprenditore piemontese di primo piano, a metà del Novecento, possa aver chiamato a lavorare nelle sue fabbriche intellettuali, letterati, poeti.

Eppure, per costruire una comunità di lavoratori diversa attraverso una relazione nuova fra imprenditore e operai, fra gli stessi operai e gli operai e le tecnologie da utilizzare, Olivetti pensò a Giovanni Giudici, Giorgio Soavi, Geno Pampaloni, Franco Fortini. E proprio Giovanni Giudici, un figlio della nostra terra, fu uno degli intellettuali che lavorando prima a Ivrea e poi a Torino, diede a quella comunità un apporto fondamentale rimanendone profondamente colpito per tutta la sua vita. Bibliotecario, copywriter, ideatore pubblicitario, Giudici diventò ispiratore di valori umanistici nella città-fabbrica che definiva una "moderna Atene periclèa". Un poeta in una fabbrica per cambiare la fabbrica: Giovanni Giudici lo fece, senza mai derogare al ruolo di intellettuale.

La Spezia, insieme ai Comuni di Lerici e di Porto Venere, lo ricorda a 10 anni dalla sua scomparsa con questa importante giornata di studi, ma al di là della cittadinanza onoraria, dei riconoscimenti e delle targhe che abbiamo posto nei luoghi in cui ha vissuto, vorrei rinnovare la sua memoria mettendo l'accento sul connubio fra i saperi trasversali che hanno saputo fare grande il nostro Paese. Non è con il timore che si traguardano le crisi, ma con il coraggio di mettersi in gioco dando il proprio contributo. Il nostro è il Golfo dei Poeti, ed è tale non soltanto perché nell'Ottocento soggiornarono qui i più grandi per lasciarsi ispirare, ma perché anche nel Novecento e negli Anni Duemila hanno trovato i natali grandi intellettuali che con il loro percorso in una terra che è faticosa, rocciosa, stretta fra cielo e mare, hanno saputo interpretare il proprio tempo. L'augurio è che questa giornata di studi possa riaccendere un dibattito che vada ben al di là della figura di Giudici e che possa riaccendere il motore dell'interdisciplinarietà dei saperi nel mondo del lavoro e soprattutto, anche nella politica."

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