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La storia plurisecolare del presepe nell’antica diocesi di Luni In evidenza

A questo tema sarà dedicato anche un convegno che si terrà a gennaio 2024 a Sarzana.

Se la notte di Natale dell’anno 1223 fu quella in cui frate Francesco presentò al piccolo popolo di Greccio, nell’alto Lazio, la sua intuizione di rappresentare in modo plastico e visivo la Natività del Signore, quando furono realizzati i primi presepi nella diocesi di Luni? Ovviamente non lo sappiamo, anche essendo probabile che, all’inizio, l’evento relativo alla Natività sia stato considerato quale una delle molteplici sacre rappresentazioni (in gran parte legate al ciclo pasquale) con le quali la Chiesa medievale “istruiva” e quindi evangelizzava i fedeli.

Se però i primi presepi, quasi sempre “viventi”, furono realizzati nell’ambito delle comunità francescane, è assai verosimile che il territorio della diocesi di Luni, che era in quel tempo molto vasta, ne sia stato interessato. Il convento dei minoriti, a Sarzana (che dal 1204 era divenuta sede del capitolo, anche se non ancora del vescovo), fu uno dei primi al confine tra l’Italia centrale e quella settentrionale, confine rappresentato dalla via Romea, o Francigena. La tradizione, come è noto, vuole che lo stesso Francesco abbia sostato in quel convento, ma se di tale tradizione non ci sono prove documentali, di sicuro chiesa e convento sono state tra le istituzioni più antiche dell’ordine francescano, e sarebbe strano che il presepe natalizio non vi avesse trovato “albergo”.

Di sicuro, è stato per secoli di grande richiamo, e lo è tuttora sia pure in una sede diversa, il presepe realizzato da Anton Maria Maragliano per la chiesa e convento dei frati cappuccini, sulle pendici di Monte d’Armolo alla periferia sempre di Sarzana. Il periodo della sua realizzazione è il primo Settecento, quando il convento sarzanese era sede dello studentato teologico della provincia ligure dei cappuccini, per cui era visitato durante tutto l’anno da persone importanti della Repubblica di Genova. Il presepe fu poi sistemato in un locale adiacente alla chiesa di San Giovanni Battista, dove rimase sino alla chiusura del convento stesso negli anni Settanta del secolo scorso. Ora si trova a Genova, nel museo della provincia ligure, e alcune statue particolarmente pregevoli, quelle dei re Magi, sono state esposte, ancora nel 2017, in una esposizione dei presepi cappuccini della Liguria.

Nella città della Spezia, la consistente presenza di comunità francescane, delle diverse osservanze, ha certamente rappresentato occasione di esporre presepi anche di carattere artistico.

Ma la tradizione ecclesiale del presepe non è stata certo limitata, nel corso dei secoli, alle sole chiese francescane. Specialmente con l’abbandono, non totale, dei presepi “viventi” - oggi comunque tornati ad essere diffusi da un capo all’altro della diocesi -, ogni chiesa o cappella ha sempre realizzato il proprio presepe, e la tradizione si è andata via via rinnovando, specie dopo il Concilio Vaticano II. Diffusi in alta Lunigiana (oggi diocesi di Massa Carrara - Pontremoli) sono in particolare, tra Pallerone di Aulla e Pontremoli, i presepi meccanici od elettromeccanici, quasi sempre di grandi dimensioni.

In questa antica tradizione si inserisce, alla Spezia, il concorso diocesano presepi, istituito dal vescovo Siro Silvestri nel 1975 (con prima premiazione il 23 gennaio 1976). Don Luciano Ratti, che curò le prime edizioni nella duplice veste di segretario del vescovo e direttore dell’ufficio Culto divino, racconta in modo diffuso il sorgere dell’iniziativa, poi proseguita sino ad oggi, nel volume “Mons. Siro Silvestri: quattordici anni con lui”.

Sulla storia dei presepi in diocesi di Luni si terrà un convegno sabato 13 gennaio a Sarzana, a cura del centro“Niccolò V”.

(Egidio Banti)

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