Parole decisamente forti quelle che arrivano dall’ad di Korea Exchange, che non ha usato mezzi termini nel cercare di convincere la Corea del Sud a realizzare un’infrastruttura istituzionale, dal momento che le criptovalute, nel corso degli ultimi anni, si sono trasformante in una delle più importanti risorse di investimento per tutta la nazione, come ben sanno gli investitori di tutto il mondo, che sono soliti comprare criptovalute quotidianamente.
Dichiarazioni che sono arrivate all’interno di una conferenza legata all’evento Global ETP Conference 2021: l’amministratore delegato di Korea Exchange ha messo in evidenza come il mercato degli asset virtuali non presenta poi sostanziali differenze in confronto al mercato dei capitali. In effetti, entrambi devono ricevere adeguato sostegno da parte degli investitori, mentre un equilibrato livello di stabilità si raggiunge solamente tramite le transazioni.
L’invito alla Corea del Sud
Così, Sohn Byung-doo ha parlato anche di come la Corea del Sud, anche se attualmente è chiaro che la preoccupazione concerne soprattutto il problema Covid, dovrebbe necessariamente cominciare a prendere in seria considerazione la preparazione di un’infrastruttura di carattere istituzionale per gestire questo scenario, dal momento che le risorse in digitale, al giorno d’oggi, sono una delle più importanti fonti di investimento nel Paese asiatico.
Non è finita qui, dal momento che Sohn Byung-doo ha voluto anche sottolineare un altro aspetto decisamente interessante, ovvero quello che riguarda il quantitativo di investitori crittografici che sono presenti in Corea del Sud, che si aggirano all’incirca sui 5 milioni, ma anche chiarito come il volume degli scambi che avvengono ogni giorno all’interno del mercato crittografico della Corea del Sud ormai si stia avvicinando notevolmente a quello del mercato azionario.
Il volume quotidiano degli scambi
Quanto è stato messo in evidenza da Sohn, in effetti, è molto interessante. Ovvero, il volume quotidiano degli scambi all’interno del mercato della Corea del Sud in relazione agli asset virtuali si aggira intorno a una cifra mostruosa, pari all’incirca a 14 trilioni di won coreani che, al cambio attuale, corrispondono più o meno a 12 miliardi di dollari.
Spostando l’attenzione su KOSPI, acronimo che sta per Korea Composite Stock Price Index, ecco che si può notare come il mercato azionario è stato in grado di prendere in mano qualcosa come ben più di 19 trilioni di won, una cifra veramente spaziale.
Un altro aspetto che supporta la teoria di Sohn? Il volume degli scambi quotidiani del mercato degli asset virtuali è stato in grado di battere quello del KOSPI in due mesi del 2021, ovvero a marzo e a settembre.
La vera domanda che bisogna farsi, però, è la seguente: in che modo il Paese asiatico vuole considerare al giorno d’oggi le valute digitali? Ebbene, per il momento, la classificazione è quella dei beni immateriali, ovvero nella medesima categoria in cui sono presenti, giusto per fare qualche esempio, anche brevetti oppure software in ambito pc. Le previsioni a livello di politica sono quelle di cominciare a imporre delle tasse in riferimento ai guadagni crittografici, come se fossero degli ulteriori redditi, in cui il profitto si può ottenere in maniera assolutamente casuale, un po’ come si verifica con una lotteria.
Il boom delle app di criptovalute
Stando agli ultimi dati diffusi dal portale CoinGeckovale, ormai il mercato delle critpovalute ha superato un valore pari a 30 miliardi di dollari, andando oltre ogni più rosea stima che era stata fatta all’inizio dell’anno.
L’universo delle monete digitali si sta diffondendo sempre di più. Basti pensare come l’app Bitcoin è quella con il maggior numero di download. Un successo che coinvolge praticamente un po’ tutto il mondo, ma ci sono alcuni Paesi in cui si distingue: tra gli altri, troviamo anche la Corea del Sud, al terzo posto di questa classifica del tutto particolare, dietro solamente a India e Russia.
