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"Emergenza Covid alla Spezia è il prodotto di una sfortuna dentro un quadro di malagestione" In evidenza

di Doris Fresco- Massimo Costantini, medico alla guida del gruppo di lavoro sulla sanità della coalizione di Ferruccio Sansa, è intervenuto questa mattina per parlare dell'emergenza spezzina.

Anche oggi l'emergenza Covid spezzina resta la questione principale da affrontare, considerato il sempre crescente numero dei positivi e le conseguenti ordinanze emesse. Dopo i numerosi interventi politici dei giorni scorsi, oggi a prendere la parola per la coalizione che sostiene la candidatura di Ferruccio Sansa è il medico Massimo Costantini, direttore scientifico dell'Irccs di Reggio Emilia, genovese e guida del gruppo di lavoro della squadra Sansa per quel che riguarda la sanità.

Durante la conferenza stampa organizzata questa mattina di fronte al point di piazza Beverini, Costantini non ha usato mezzi termini: "Paghiamo la mancanza di una gestione e di una regia. Alla Spezia è successo quello che sarebbe potuto succedere ovunque in Liguria".

Una conferenza stampa convocata per fare il punto sulla situazione alla Spezia, che ad oggi resta l'occhio del ciclone, ma che offre spunti per un ragionamento che, secondo Costantini, vale per tutta la regione: "Viviamo una situazione che affonda le radici nella visione che Toti ha propagandato in questi mesi, dopo il lockdown ad oggi. Se la Liguria non ha vissuto l'emergenza come Lombardia e Piemonte è comunque stata investita dell'epidemia, ma il presidente Toti ha anticipato l'apertura di alcuni esercizi e eliminato le restrizioni sui treni, polemizzando sulle mascherine nelle scuole quando nulla era ancora certo e mantenendo un atteggiamento insofferente con chi invitava a mantenere la guardia alta.

Basandosi e facendo percepire l'erronea consapevolezza che fosse tutto finito ha portato a fenomeni che tutti conosciamo come i festeggiamenti per lo Spezia. Il paragone con marzo con è da fare, ma si doveva tenere alta la guardia, bloccare i focolai e fare il possibile per prepararsi all'autunno. Non sono stati fatti screanig in luoghi a rischio e non è stato fatto fare il tampone a chi rientrava dalle vacanze in luoghi particolari. La Regione ha rinunciato ad ogni politica attiva".

Quindi, secondo il parere di Costantini, che parla da medico più che da politico, le ragioni dei nuovi focolai sarebbero da ricercarsi nelle scelte fatte mesi fa: "Per affrontare la pandemia, lo sappiamo, serve volontà e organizzazione, non tanto di più; per questo quando queste condizioni mancano il sistema va in crisi come a Spezia, dove è difficile fare attività di tracciamento. I ricoveri non sono ricoveri leggeri, non necessariamente mortali, ma delicati. L'unica strategia doveva essere prepararti a questi scenari, cosa che non è stata fatta".

Una situazione che potrebbe peggiorare ancora: "I dpi negli ospedali ci sono, ma il ministero ha chiesto a tutte le Regioni un mese di scorte (minimo) da tenere da parte. Liguria non è riuscita a fare il bando di gara prima del 1 settembre, quindi i dpi saranno disponibili da fine ottobre o novembre: questo denota un deficit grave di programmazione".

"Qui alla Spezia non abbiamo una situazione drammatica perché le persone in ospedale sono poche e ben curate- ha proseguito- Lo scandalo è che da marzo ad oggi dobbiamo affrontare gli stessi deficit e questo vuol dire che in tutti questi mesi non si è fatto nulla. A marzo abbiamo dovuto chiudere i servizi, ma oggi questo non dovrebbe accadere, perché il tempo per prepararsi c'è stato. Non parlo dell'assessore, sparito dalla scena".

Sul futuro avverte: "Sappiamo tutti che con l'arrivo dell'autunno la situazione non migliorerà. Il lockdown rappresenta una misura estrema che arriva come ultima spiaggia e un piccolo lockdown come quello di una sola zona della città è completamente ininfluente: quello che si dovrebbe fare è una mappatura accurata dei casi in breve tempo, cosa che Asl 5 non sta riuscendo a fare perchè bisogna essere più veloci del virus. Per questo non escludo il lockdown a livello mondiale, ma non possiamo più permettercelo.

Purtroppo La Spezia è attualmente il prodotto di una sfortuna dentro un quadro di malagestione ligure. Vorrei dire agli spezzini che in assenza di una raccomandazione o provvedimenti bisogna affidarsi al buon senso personale, evitando contatti non necessari soprattutto con persone deboli. So che in Asl 5 lavorano ottimi professionisti, ma il lavoro grande va fatto fuori dagli ospedali facendo test rapidi e mappando il più in fretta possibile per isolare i focolai e fermare la diffusione del virus".

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