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Enel, le opposizioni: "Peracchini si è svegliato solo ora, ma non ha mai mosso un dito"

Dossier centrale, l'intervento dei gruppi di minoranza dopo il consiglio comunale di ieri.

"Lo diciamo da più di tre anni. Su una partita così difficile e delicata come quella della dismissione della centrale Enel il Sindaco e la sua maggioranza sono da sempre in ritardo.

In tutto questo periodo invece di giocare all’attacco prendendo l’iniziativa politica sono stati fermi e si sono svegliati solo ora per distribuire colpe al governo. Perché l’importante come sempre è buttare la palla nel campo altrui.

Qui non si tratta di vedere chi è allineato politicamente al Governo o alla Regione. Il tema vero è che nessuno di noi può accettare che scelte così importanti per il nostro territorio, come quelle relative alla centrale Enel, passino sopra le nostre teste. Per questo siamo tutti da sempre in prima linea per pretendere che il Governo in carica si assuma le responsabilità che gli competono e decida una volta per tutte che non può essere sempre e comunque Spezia a dover garantire la tenuta del fabbisogno energetico nazionale. Ma convinti di questo ci siamo battuti da tre anni a questa parte perché il nostro Comune in primis prendesse una posizione forte, chiara e soprattutto unitaria. Producendo atti e non solo parole.

Peracchini a inizio mandato avrebbe dovuto lavorare giorno e notte per la grande opportunità che si era manifestata per le aree Enel: stop al carbone, dismissione degli impianti, bonifica delle aree ed una vera svolta con progetti innovativi che si inseriscano dentro il percorso di Futur-E. Per concretizzare una partita così difficile il Sindaco avrebbe dovuto innanzitutto tenere aperto quel confronto con Governo, Regione ed Enel invece di abbandonarlo senza ragione.

Certo avrebbe dovuto avere una visione sul futuro di quelle aree ed unire intorno ad essa tutta la città, a partire dai gruppi consiliari sia di maggioranza che di opposizione e dalle forze sociali; non avrebbe mai dovuto dirsi favorevole come ha fatto con la sua maggioranza alla trasformazione degli impianti da carbone a turbogas, perché su questa apertura Enel e Terna ci sono andate a nozze, depositando subito il relativo progetto al ministero dell’Ambiente in modo da ipotecare ancora per decenni le aree asservite ad uso di produzione di energia elettrica.

Non solo. Per essere più forti nella trattativa con il Governo ed Enel il Sindaco avrebbe dovuto pretendere un pieno e convinto sostegno da parte della Regione, la quale annunciando l’intenzione di negare l’intesa prevista in materia di accordi Stato-Regioni per gli impianti di energia elettrica avrebbe messo nell’angolo i programmi di Enel sul nostro territorio.

Invece nulla di tutto questo è accaduto, anzi: Toti si è detto favorevole al progetto del turbogas già nella primavera del 2018 e il Sindaco ha preferito sempre cercare le colpe a Roma, senza però muovere un dito.

Nel frattempo Enel non stava certo a guardare. La procedura di revisione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per gli impianti a carbone della centrale spezzina, attivata presso il ministero dello Sviluppo economico, non aveva escluso del tutto la possibilità che per esigenze di carattere energetico nazionale le unità a carbone di Vallegrande avrebbero potuto rimanere in attività anche dopo il 2021: ma su questo il Comune e la Regione, a governo di destra, hanno dormito sonni profondi. E parallelamente la procedura promossa da Enel per la realizzazione degli impianti a turbogas alla Spezia è andata avanti presso il ministero dell’Ambiente: a conferma che se la politica locale, ed in specie gli enti di governo, non scendono in campo a giocare la partita altri lo fanno

Se oggi siamo arrivati qui dunque è perché la politica degli enti che governano Comune e Regione non sono scese in campo per giocare la partita. Dopo quattro anni di governo della città adesso ogni giorno il Sindaco lancia strali contro Enel in difesa del territorio, ora sfruttando il parere del Mise che allontana l'idea della dismissione, dimenticandosi che chi aveva fatto saltare il tavolo di confronto istituzionale è stato irresponsabilmente lui.

Si è dimenticato che in tutti questi anni ogni iniziativa politico istituzionale su Enel è stata presa sempre dai gruppi di opposizione. Si è dimenticato che non ha mai voluto avviare un rapido confronto in seno alla commissione consiliare ed al consiglio comunale per addivenire, come da noi richiesto, ad una presa di posizione unitaria preferendo alla fine tenderci una vera e propria imboscata, quella di ieri sera, inutile quanto incoerente.

Abbiamo richiesto un consiglio straordinario e in barba a questa nostra legittima richiesta, il centrodestra spezzino senza alcun garbo istituzionale ha presentato in consiglio comunale un documento di invito al Governo a rivedere la decisione espressa dal dirigente del MISE.

Noi abbiamo votato quel documento perché abbiamo a cuore le sorti della città, mentre Peracchini ed i suoi sodali hanno bocciato la nostra mozione che spingeva a dire no al carbone ma anche al turbogas, invitando la stessa Regione ad essere al fianco del nostro Comune in questa difficile battaglia e riproponendo in pieno l'attivazione delle procedure previste da Future-E per decidere quale futuro dare a quell'area, consapevoli e convinti che, come detto, il Governo debba rivedere le sue decisioni.

Continueremo la nostra lotta per una vera svolta per le aree Enel: basta centrale a carbone ed a gas e finalmente un progetto serio di bonifica e riconversione".

Marco Raffaelli e Luca Erba (PD)
Donatella Del Turco e Jessica de Muro (M5S)
Guido Melley e Roberto Centi (LeAli alla Spezia)
Federica Pecunia e Dina Nobili (Italia Viva)
Luigi Liguori (Spezia bella forte unita)
Paolo Manfredini (Partito Socialista Italiano)
Lorenzo Forcieri (Avanti insieme)
Massimo Lombardi (Spezia Bene Comune – Rifondazione Comunista)
Massimo Baldino Caratozzolo (Gruppo misto di opposizione)

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