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Centi: “Disastro scuola, apriamo un dibattito” In evidenza

"Un disastro in cui non si investe e non si è investito adeguatamente da decenni, a prescindere dal colore dei Governi".

 

Il Consigliere regionale e comunale Roberto Centi interviene con una lettera aperta sul tema scuola:

Circa 200.000 supplenti da nominare in tutta Italia, molte graduatorie esaurite o in esaurimento, procedure per i concorsi in ritardo, formazione degli insegnanti ancora incerta, ben lontana dalla serietà e dalla consistenza delle vecchie Scuole di Specializzazione all'insegnamento, che garantivano qualità e quantità di neo immissioni nella scuola, personale ATA carente e calcolato sulla base del numero di studenti di ogni scuola intesa in senso amministrativo e non fisico, quindi senza guardare se tale personale serve nello stesso edificio o in 15 plessi diversi, dimensionamento sempre più spinto verso l'insostenibilità per Dirigenti e Direttori delle Segreterie, Uffici Scolastici Regionali e Provinciali con poco personale, edilizia e arredi spesso non conformi alla normativa e inadeguati alle esigenze di sicurezza e di formazione.

Un disastro in cui non si investe e non si è investito adeguatamente da decenni, a prescindere dal colore dei Governi.

Però ora finalmente cosa si fa?

Tra risorse PNRR e altri fondi europei si stanno spendendo diversi miliardi di euro per cablare, creare 100.000 aule iper innovative, laboratori digitali, dotare ogni scuola di computer e device di ultimissima generazione, con un investimento motivazionale su Dirigenti e Personale che non ha precedenti.

Il docenti, dulcis in fundo, verranno inseriti in un sistema europeo di riconoscimento delle competenze digitali, saranno valutati (e domani stipendiati) secondo una precisa scala di bravura, con tanto di titolo distintivo: A1) Novizio; A2) Esploratore; B1) Sperimentatore; B2) Esperto; C1) Leader; C2) Pioniere (già i nomi farebbero ridere, se non suscitassero un moto di preoccupato disgusto per il loro essere insieme adatti a un mondo di Giovani marmotte e alle peggiori distopie orwelliane).

In altre parole, non saranno più riconosciuti come professionisti tutti ugualmente “sapienti” nelle loro rispettive materie, ma incardinati in una gerarchia di valore (e di diritti) di natura prettamente tecnica e orientata a farli diventare un ingranaggio quasi ininfluente dei nuovi padroni della scuola, le Bigh Tech dell'informatica, alla faccia del primo compito della scuola, che è quello di creare cittadini formati nel senso più nobile del termine.

E tutto questo fino a quando l'intelligenza artificiale introdotta massicciamente renderà di fatto inutili almeno 6/7 docenti su 10, con particolare riferimento ai docenti di materie umanistiche, inutile fastidio pensante e critico verso le "magnifiche sorti e progressive" della tecnocrazia in atto.

Sono felice di essere stato docente in anni in cui tutto questo non c'era ancora, o almeno non si configurava come una riforma della scuola strisciante, che non verrà neanche discussa in Parlamento.

Auguri a chi insegnerà, o tenterà di farlo, nei prossimi decenni.

E fa pensare che pochi ne parlino, peraltro tutti umanisti, gente "inutile" che pratica inutili cose come la storia, la filosofia, magari la filologia classica, che però le Aziende ai massimi livelli ricercano perché qualcuno che pensa in modo autonomo serve sempre, almeno prima che qualcuno o qualcosa pensi anche per loro.

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