A partire dal piano cantieristico totalmente improponibile alla totale mancanza di prevenzione e sicurezza sia da parte dei lavoratori che verso i cittadini (ricordate il transennamento troppo vicino alle scuole, autentica "trappola" in caso di una forzata e veloce evacuazione dello stabile???).
Dato il clamore mediatico suscitato anche a livello nazionale della vicenda legata a Piazza Verdi, avremmo immaginato che in quel cantiere si dovesse lavorare con tutte, ma proprio tutte le carte in regola, sino all'ultima lampadina di segnalazione delle transenne. Invece, nulla. La perimetrazione del cantiere cambiava e non esisteva nessuna pianta al suo esterno di essa (e sono solo meri e piccoli esempi). L'impressione, sinceramente era che NEC fosse intoccabile, protetta da chissà quali presenze superiori.
L'ultima scoperta fu poi che quell'impresa non avrebbe potuto probabilmente neppure partecipare alla gara per l'assegnazione dei lavori, in quanto la Soprintendenza al momento della autorizzazione dei lavori (poi parzialmente revocata) indicò chiaramente che per lavorare in quel luogo sottoposto a vincolo di interesse storico culturale occorrevano determinate "abilitazioni" dette og 2,che la NEC non ha.
Queste dovevano essere richieste nel bando e invece il bando non ne faceva cenno.
La cosa è al momento al vaglio dell'anticorruzione (ANAC) sugli appalti del Dottor Cantone . Il Comune pare avere fornito attraverso i suoi "soliti tecnici e funzionari" motivazioni fragili e a nostro avviso poco veritiere includendo, tanto per intorbidire le acque, componenti artistiche presenti in zona (come la fontana delle Poste) assolutamente non facenti parte del progetto.
Ci auguriamo, partendo comunque dalla completa fiducia nella giustizia e dall'innegabile principio della non colpevolezza degli indagati coinvolti nella vicenda di Monterosso, che almeno questa volta si cerchi di fare piena luce sui tanti misteri a nostro avviso ancora tali legati alla vicenda di Piazza Verdi.