"Purtroppo in Italia - scrive Nicola Caprioni del circolo UAAR spezzino - l'influenza clericale è ancora fortissima, e, sebbene tutti i sondaggi di opinione dimostrino come l'opinione in materia delle gerarchie ecclesiastiche sia nettamente minoritaria, l'opposizione della chiesa cattolica ha determinato che l'Italia non abbia ancora una legge che consenta i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Oggi i matrimoni o le unioni tra cittadini dello stesso sesso sono riconosciute in tutti i paesi europei (e non solo!): Francia, Spagna, Gran Bretagna, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Danimarca, Svezia, Norvegia, Portogallo, Islanda, Finlandia, mentre Repubblica Ceca, Germania, Estonia, Austria e Svizzera riconoscono le unioni civili tra persone omossessuali.
Il caso dell'Irlanda, paese fortissimamente cattolico, è emblematico. Si è scelto di sottoporre a referendum la scelta se ammettere o meno i matrimoni omossessuali e, nonostante la furiosa opposizione della chiesa cattolica, una maggioranza schiacciante della popolazione ha votato per l'istituzione dei matrimoni gay.
Il Parlamento Europeo ha già richiamato i paesi membri che ancora non fossero dotati di una legge in materia a farlo il più celermente possibile per non incorrere in violazione dei diritti umani. Un primo richiamo, rivolto a tutti i paese, risale al 2.000. Poi la Comunità Europea ha sollecitato esplicitamente l'Italia a partire dal 2.004 e. a luglio di quest'anno è infine arrivata la condanna all'Italia da parte dell'ALTA CORTE EUROPEA di STRASBURGO.
I cittadini omossessuali non hanno gli stessi diritti degli altri. In Italia, per la verità, non hanno gli stessi diritti neppure le coppie eterosessuali, che convivono senza contrarre matrimonio. In tutti i casi le discriminazioni in temi come pensioni di reversibilità, diritto all'eredità ed altro sono ancora oggi elementi di vera persecuzione nei confronti di larghe fasce di cittadini italiani. Lo stesso registro delle Unioni Civili è una pallida concessione fatta ai comuni e non un obbligo di legge. Tra l'altro molti comuni non l'hanno neppure istituita. Il Comune di Castelnuovo è stato all'avanguardia e ha almeno fatto quanto era in suo potere, istituendo il registro delle unioni civili, glene va reso merito.
Il sindaco di Castelnuovo Magra ha lanciato un appello a tutti i sindaci e ai cittadini della Liguria perché aderiscano e diano vita a un movimento d'opinione che punti a fare giusta pressione sul Parlamento e sul Governo perché, al più presto, si possa avere una legislazione che restituisca eguali diritti a tutti i cittadini senza discriminazioni basate sul sesso o sul tipo di unione che essi hanno scelto e che tolga l'Italia da questa vergognosa posizione di "fanalino di coda" tra i paesi membri dell'Unione Europea sul riconoscimento dei matrimoni omossessuali e sull'estensione dei diritti alle coppie di fatto.
Il circolo UAAR della Spezia aderisce all'appello del sindaco di Castelnuovo Magra Daniele Montebello e lo ringrazia, invita i sindaci della Liguria ad aderire all'appello e in proposito, anche in collaborazione con le altre sedi UAAR liguri, si impegna a contattarli per chiedere di firmare un appello comune.
Il circolo della Spezia, inoltre, si propone di promuovere a breve una manifestazione pubblica a Castelnuovo Magra, invitando i cittadini a partecipare per lanciare una battaglia col duplice scopo di avere leggi che riconoscano i diritti delle coppie omosessuali e, contemporaneamente, eliminino le gravi discriminazioni tra le unioni di fatto e i matrimoni registrati". (23 agosto)