"Inoltre, - prosegue la nota - l'Amministrazione sapeva benissimo che, non avendo seguito il giusto iter previsto dalle normativa, sempre a puro titolo di esempio, si sarebbero verificati molto probabilmente reiterati fermi al cantiere. L'allungarsi dei tempi, dunque, è solo attribuibile alla cattiva impostazione burocratica del progetto, apparsa da subito sommaria e pasticciata, volta probabilmente a coprire, con tutta una serie di plateali omissioni, le molte difficoltà che il progetto stesso presentava, sia da un punto di vista strettamente tecnico (vedi l'aspetto geologico della zona), che storico-culturale (i pini prima, come i ritrovamenti oggi). Tutte cose che il Comune sapeva, ma a suo tempo ha preferito omettere, non svolgendo le opportune verifiche preventive previste dalla legge.
E' bene poi ricordare che fu l'Amministrazione a rivolgersi per prima alla giustizia ricorrendo al TAR ligure, cosa che ha ulteriormente provocato ritardi e dunque altri indicibili disservizi alla popolazione. Oggi dunque l'Amministrazione cerca di far pagare ai cittadini (da dove pensiamo debbano poi uscire gli eventuali soldi che il ministero o la soprintendenza dovrebbe sborsare?) le proprie colpe e le proprie colossali negligenze".
Il Comitato Piazza Verdi , "respingendo questa logica decisamente sbagliata di intendere la gestione della cosa pubblica", si ripromette di dimostrare, avvalendosi di riscontri documentali, quanto sopra accennato in una conferenza stampa che si terrà Sabato 26 Settembre in Piazza Verdi presso davanti alla Pizza in Piazza. (18 settembre)