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Passare dai nomi ai programmi per scegliere il futuro sindaco: ecco una proposta di discussione In evidenza

di Umberto Costamagna - Ancora poche certezze sulle candidature a Sindaco. Ancora tanti rumori, candidature più o meno "civili", ancora giochetti sui nomi e sui tempi degli annunci ("prima loro", no "prima noi"...).


Accordi che si realizzano in una notte e poi svaniscono all'alba, altri che vengono da lontano, stanno sotto traccia e poi, come un'eruzione lavica, appaiono e "piovono", già decotti, sulla città.


Ancora i partiti e le coalizioni che passano da candidati di bandiera a bandiere di candidati sventolanti al sole. Poche, invero, le voci che chiedono programmi e non nomi. E fra questi, lo registriamo, soprattutto le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria, non a caso più vicine dei partiti alle reali esigenze della gente e alle loro preoccupazioni.


Sullo sfondo i sostenitori delle due coalizioni, disorientati da questi balletti (a sinistra) e da questa attesa misteriosa (a destra). E in mezzo il Movimento 5 stelle e la sua candidata a 29 preferenze 29.


E allora proviamo anche noi a riportare sul concreto la discussione, a sforzarci a riflettere sul modello di città che la nuova amministrazione dovrà sviluppare per cercare di dare futuro al nostro territorio.


Qui di seguito un'ipotesi che vuole offrire semplicemente un terreno di confronto per cercare di volare un po' più alto rispetto ai nomi, ai caminetti, agli accordicchi.


Anche il mio nome era circolato nella "lotteria".

Ci avevo pensato, ma poi ho ritenuto di privilegiare il mio impegno nell'impresa che ho costruito e che occorre governare con attenzione in un momento economicamente delicato come quello che stiamo vivendo. Metto a disposizione qui di seguito le riflessioni condivise con amici, opinion leader e persone che hanno a cuore il futuro della città.

Un patto per la nostra città
La nostra città ha bisogno di rilancio e di un nuovo sviluppo per affrontare le vere emergenze sociali che toccano da vicino gli spezzini. Spezia ha bisogno di futuro, di prospettiva, di idee chiare. Di entusiasmo! Ma soprattutto di certezze di lavoro, di progetti per garantire e sviluppare l'occupazione, di vigilante attenzione all'ambiente troppe volte messo a rischio.


Spezia ha bisogno di ridare una speranza ai giovani, una speranza di poter crescere e giocarsi il futuro nella città dove sono nati, se lo desiderano. Ha bisogno di trovare nuova coesione sociale di fronte alle emergenze, sia quelle "grandi" che ci investono e vengono da lontano, sia quelle quotidiane che toccano la vita di tutti noi, delle nostre famiglie, delle nostre imprese.


Spezia ha bisogno di riscoprire il gusto della politica, di quella politica che, come diceva don Milani, aiuta a "risolvere insieme i problemi comuni". Una politica che non consideri il "Palazzo" una torre d'avorio in mezzo al deserto ma dove l'ascolto, la condivisione e la partecipazione tornino a essere gli stili della vita pubblica e i cittadini si sentano davvero i protagonisti dell'azione amministrativa.
Queste sono le mie idee di sviluppo della nostra città che ho condiviso con qualche amico e che pongo sul tappeto per una discussione aperta che verta sui contenuti e sulle "cose da fare" più che sulle alleanze, le poltrone, i nomi.

L'idea di Spezia, alla ricerca di un nuovo modello di sviluppo
Credo che la nostra città abbia bisogno di ricompattarsi e di affrontare unita le sfide del suo sviluppo. Ritengo inutili e dannose le battaglie interne di piccolo cabotaggio, quando tutta la comunità, rappresentata dall'amministrazione, deve essere invece in grado di misurarsi compatta sulla propria idea di futuro.
Dobbiamo affrontare una seria riflessione sul modello di sviluppo della città che, a mio avviso, deve cambiare per evitare di perdere occasioni importanti di crescita in un mondo che corre e nello stesso tempo valorizzare le proprie risorse.


Un modello di sviluppo che non può non tenere conto delle aree importanti della Difesa (a ovest) e di quelle che si libereranno (a est). Qui ci giochiamo il futuro della città: e dunque qui dobbiamo mettere in campo tutte le energie migliori per trovare, tutti insieme, un progetto sostenibile:


Che preservi e sviluppi le eccellenze professionali della Difesa


Che continui lo sviluppo intelligente delle attività crocieristiche, valutando una diversa configurazione dei bacini


Che sviluppi la cantieristica


Che rafforzi l'attività portuale


Che attragga occupazione, imprenditoria digitale e servizi innovativi e tecnologici ad alto valore aggiunto, attraverso una sapiente regia di forte e convinto marketing territoriale


Che renda più belli, fruibili e ambientalmente sostenibili gli sbocchi a mare, a cominciare da viale Italia


Che si occupi di rendere più vivibili anche le periferie della città e non solo il suo rinnovato centro storico


Che non dimentichi ma anzi valorizzi il tessuto commerciale e artigianale esistente

 

Università e Lavoro

Occorre potenziare la nostra caratteristica di "città di mare" anche negli studi, facendo definitivamente decollare il polo universitario, collegandolo sempre di più con la realtà imprenditoriale del territorio e con le tante eccellenze che esistono, a cominciare dal distretto tecnologico.


Occorre salvaguardare l'occupazione esistente e, attraverso un nuovo modello di sviluppo della città, creare nuova occupazione qualificata: abbiamo una grande occasione davanti che non possiamo lasciarci scappare.

Sanità e Welfare

In tema di sanità, la nuova amministrazione dovrà porsi l'obiettivo di invertire l'attuale rapporto tra servizi ospedalieri e interventi sul territorio, sviluppando questi ultimi per attenuare il problema del "pendolarismo sanitario", particolarmente forte in una città come la nostra con una grande presenza di anziani, ai quali è il caso di dedicare una particolare attenzione a livello di welfare ma non solo.

Cultura e Tempo Libero

Credo che la nostra città debba sforzarsi di rendere più vivi e più attuali i tanti patrimoni che abbiamo, che vengono da lontano, che costituiscono risorse e opportunità forse non utilizzate pienamente. Penso alla produzione del Teatro Civico, allo storico Festival del Jazz, all'importante circuito museale, alle tante presenze artistiche del futurismo. E alla nostra gastronomia, figlia delle nostre radici, che deve continuare a rappresentare un importante richiamo turistico.

Un patto per la città

Insomma, io avverto la necessità di riprendere una visione d'insieme del nostro territorio, l'esigenza (o meglio l'urgenza) di mettersi al lavoro, tutti insieme, per un Patto Per Spezia che accolga tutte le componenti sociali, le intelligenze, le professionalità, le esperienze per costruire un progetto di sviluppo della città, un piano di azione che indichi le scelte da fare e affronti con tenacia la loro realizzazione.


Penso tutte le forze progressiste di centro sinistra, le associazioni, i movimenti, debbano mettere da parte le singole visioni specifiche non per cancellarle ma per arricchirle con il confronto per contribuire, ognuno con la sua specificità e i suoi talenti, a costruire insieme e per davvero il "bene comune" del nostro territorio e il suo futuro, avendo come obiettivo solo la felicità dei suoi cittadini.

Quello dei nostri giorni, ma soprattutto di domani, quello che lasceremo ai figli e ai nipoti.

Personalmente, per seguire e consolidare lo sviluppo della mia impresa che ho iniziato a costruire 16 anni fa e che oggi conta 2.500 assunti a tempo indeterminato (di cui più di 700 qui a Spezia), non riesco a dare la mia disponibilità a un coinvolgimento diretto ma metto a disposizione questa idea di futuro per un confronto e cercare così, sia pure in maniera indiretta, di partecipare alla costruzione di una visione nuova di questa terra che amo e in cui ho le mie radici più profonde e per lasciarla migliore di come l'abbiamo trovata.

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