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L'ambientalizzazione dell'ex Cava della Brina in Commissione Regionale In evidenza

Il consigliere Battistini: "Il Comune sta lavorando al meglio per tutelare i suoi cittadini".

Oggi in Commissione Territorio, in Regione Liguria, è approdata la questione della Cava della Brina sita nel Comune di Santo Stefano di Magra.

Il Sindaco Paola Sisti non si è sottratta al confronto pur lamentando, a nostro avviso giustamente, una convocazione piuttosto anomala che conteneva una richiesta generica di approfondimento su un tema, invece, molto delicato, corposo nella documentazione prodotta e che meritava, dunque, ben altro approccio.
Sono due le principali questioni di rilievo: l’aspetto idrogeologico e di sistemazione del versante dell’ex cava e il profilo ambientale relativo ai materiali utilizzati per il riempimento.

Il consigliere regionale Pucciarelli, che ha formulato la richiesta di audizione nonostante ad oggi parte del cantiere sia posto sotto sequestro dalla Magistratura, avrebbe potuto studiare meglio la questione ed essere più specifica.
In questo modo avrebbe consentito all’Amministrazione santostefanese di essere accompagnata dagli uffici tecnici idonei e ai commissari di sviluppare più in profondità la discussione.

Un’occasione persa che però ha, quantomeno, evidenziato un dato a nostro avviso importante per la comunità.
L’attuale Sindaco, che ha ereditato la pratica dalla passata Giunta, sta lavorando al meglio delle sue possibilità cercando di tutelare al massimo i propri concittadini.

Una delle preoccupazioni principali, vista poi quella che sarà la destinazione d’uso futura dell’area: residenziale e verde pubblico, è quella di controllare in maniera scrupolosa la qualità e la tipologia dei materiali conferiti all’interno del sito.
Sul fronte ambientale sono quattro i controlli annuali previsti e dunque predisposti da ARPAL. Su di essi il Sindaco ha richiesto e ottenuto che vengano condotte analisi per circa 90 elementi in più rispetto a quelli definiti inizialmente. La finalità, come ha precisato Paola Sisti, è quella di garantire la bontà del materiale conferito in un sito che, in futuro, potrebbe ospitare case o parchi pubblici e che per questo deve essere sano.

Anche sul versante idraulico e geologico risulta esserci un’attenzione particolare da parte del Comune con continui sopralluoghi e attività di monitoraggio. L’opera, infatti, è senza dubbio imponente. Un progetto, in tre fasi, per quasi dieci anni di lavoro, che contempla la risagomatura del versante collinare che sfiora il milione di metri cubi di materiale riportato. Su di esso vi sono opere di regimazione delle acque, piantumazione, prevenzione dell’erosione e ricostruzione del corso originario del Rio del Pino.

Il rappresentante della Inert.Eco. S.r.l, l’impresa che sta conducendo i lavori presso la ex cava Brina, il Dottor Paolo Vagaggini, intervenuto dopo l’Amministrazione comunale di Santo Stefano, ha sollevato la questione degli eccessivi controlli sul cantiere, lamentando come l’impresa, che negli anni precedenti non aveva avuto tutta questa attenzione, affronti ora una situazione in cui egli stesso la definisce “vittima”, poi frettolosamente corretto in “oggetto di particolari attenzioni”, lamentando anche una pesante campagna stampa e interferenze nell’attività, strumentali alla passata campagna elettorale.

Un atteggiamento, quello del Dottor Vagaggini, di aperta e immotivata polemica, anche nei confronti del sottoscritto, stigmatizzato perfino dal Presidente di Commissione, che non aiuta certamente a risolvere una situazione che necessita di quanta più trasparenza e rigore possibili.

Francesco Battistini
Consigliere Regionale Rete a Sinistra/liberaMENTE Liguria

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