Lo Spezia perde anche a Bergamo, terza sconfitta consecutiva, ma almeno ritrova a sprazzi quel carattere che nelle ultime stagioni gli è servito per uscire dalle paludi delle parti bassi di classifica.
Era dura contro la Dea, questo si sapeva: la squadra di Gasperini è e resta una corazzata della serie A, e la possibilità di ritornare a pieno titolo in zona Champions ne ha moltiplicato le motivazioni e le energie contro uno Spezia alla disperata ricerca di punti di salvezza.
Alla fine dei 94’ il pareggio ci poteva pure stare, non fosse altro che per la reazione nel finale di gara che ha visto lo Spezia proporsi in avanti con coraggio e qualità, anche se con zero fortuna come dimostra la traversa colpita da Verde con una splendida conclusione.
La classifica rimane critica, con 5 gare ancora da giocare che possono ancora decidere qualunque esito, non solo per lo Spezia ma per tutte le squadre ancora matematicamente non condannate alla B.
Le Aquile tornano da Bergamo con zero punti ma convinte di avere ancora tutte le possibilità di lottare fino alla fine, la partita contro la Dea ha confermato una volta di più i pregi e i difetti della squadra di Semplici, tra i primi sicuramente la capacità di reagire, tra i secondi la difficoltà di creare occasioni gol e gestire il possesso.
Dall’esito della sfida del Bentegodi tra Verona e Inter dipenderà una fetta di destino delle Aquile, perché ovviamente in caso di sorpasso la squadra di Semplici non sarebbe più padrona del proprio destino ma dipenderebbe in tutto e per tutto dai risultati dei veneti.
Cremonese, Milan, Lecce, Torino e Roma aspettano le Aquile da sabato a fine campionato: cinque finali, cinque gare dove provare a strappare punti pesanti quanto difficili, anche considerando le perduranti velleità d’Europa di Milan e Roma, ma lo Spezia non dovrà farsi carico di nulla, eccetto il proprio destino.