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25 aprile, Egidio Banti: "Le nuove forme di fascismo sono nella violenza e nell'odio fine a se stesso" (Video) In evidenza

di Ginevra Masciullo - Il 25 aprile è divisivo? Ogni anno intorno a questa data si scatenano polemiche, dibattiti e talvolta, va detto, perfino revisioni storiche fuori luogo.

Nella serata di ieri si è tenuta la tradizionale fiaccolata di Migliarina, una sfilata da diverse centinaia di persone che hanno scelto di esserci per celebrare e non dimenticare ciò che è stato.

Il 25 aprile è divisivo? Ogni anno intorno a questa data si scatenano polemiche, dibattiti e talvolta, va detto, perfino revisioni storiche fuori luogo. In questa giornata si festeggia la Liberazione dal nazi-fascismo, una giornata per celebrare e ricordare chi ha combattuto per portare l’Italia alla rinascita come repubblica democratica come sancito nella Costituzione.

Ed è proprio la Costituzione Italiana che viene messa al centro in questa festa, sottolineandone il legame indissolubile con i valori di democrazia, libertà e antifascismo.

Il professor Egidio Banti, storico e vice presidente del Comitato unitario della Resistenza è intervenuto sul palco della Maggiolina, il Parco XXV Aprile tra i simboli della lotta partigiana: “Il 23 gennaio 1971 in un grande raduno partigiano a Varese Ligure si teneva a battesimo il Comitato Unitario della Resistenza, uno dei primi in Italia. Flavio Bertone “Walter”, Franco Franchini, Ettore Bonati, Cesare Godano decisero che era il momento di ritornare uniti perché per anni le associazioni partigiane non le erano state. Erano gli anni della strategia della tensione e delle bombe che con fatica la magistratura ha riconosciuto essere frutto di azioni terroristiche neo-fasciste di estrema destra. Erano gli anni del tentativo di colpo di stato di Junio Valerio Borghese e noi spezzini ce lo ricordiamo Junio Valerio Borghese dalle nostre parti, erano gli anni in cui i partigiani erano tanti e validi, per questo dovevano tornare uniti e impegnarsi contro -sottolinea Banti- ogni forma di rinascita del fascismo oltre ad essere custodi della Costituzione repubblicana.”

Durante il suo discorso il professor Banti ha ricordato anche l’importanza della tutela della Costituzione, non di rado: “Tagliare il cordone ombelicale che lega la costituzione alla lotta di Liberazione vuol dire tagliare le radici della nostra democrazia e questo non è accettabile. Nei momenti difficili di cambio nella politica spesso si è guardato alla Costituzione, non è questione di una parola o l’altra parola la Costituzione nasce dalla Resistenza, dalla Lotta di Liberazione. Lo sappiamo a Spezia dove i nostri padri, nonni e zii hanno scioperato nelle fabbriche spezzine nel 1943 e soprattutto 1944, non a caso dopo di me parlerà un rappresentante sindacale. La Repubblica fondata sul lavoro nasce da quel lavoro che i dipendenti delle fabbriche e le donne dello iutificio hanno difeso per arrivare a quel 25 aprile in cui l’allagamento festoso ha preso le strade. Il 25 aprile è un giorno di impegno, in cui si combatte contro quell’animo terribile del fascismo subdolo, non manifesto, ma profondo di chi propone la violenza, nell’atteggiamento di chi emargina la democrazia, di chi finge che la democrazia non esista. L’errore dei tedeschi e degli italiani, che non può essere di nuovo, fu quello di non accorgersi dei troppi comportamenti pericolosi, ai giovani bisogna farlo capire.”

Il fascismo che è stato consegnato ai libri di storia deve insegnarci da cosa difendersi e a essere sempre in allerta. Bisogna vigilare affinché le nuove forme di fascismo non prendano campo. “La violenza, l’odio fine a se stesso e ogni altro atteggiamento di questo genere sono nuove modalità in cui il fascismo si ripropone – sottolinea il professor Banti- bisogna far capire ai giovani che ci sono altri modi per migliorare la società e avere un futuro migliore, lo sapevano bene i giovani che decisero di salire ai monti.”

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