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Una lectio magistralis per tramandare alle nuove generazioni la storia e la consapevolezza del nostro passato In evidenza

I ragazzi delle scuole hanno ascoltato la lectio magistralis del professor Paolo Pezzino, titolare della cattedra di Storia Contemporanea del corso triennale e del corso in Storia e Civiltà per la specialistica all’Università di Pisa.

Prima di ascoltare il professor Pezzino gli studenti hanno visto intervenire il provveditore agli studi Roberto Peccenini, che ha invitato i ragazzi a conoscere la storia in prima persona, soprattutto vedendo i luoghi: "Mio padre doveva diplomarsi nell'anno in cui l'Italia aveva attaccato, la sua generazione era andata ad combattere in queste terre e sono tornati a casa sconfitti -prosegue Peccenini- Ognuno di noi deve scoprire e conoscere la storia attraverso le testimonianze, questo è il modo più intelligente per studiare quanto accaduto, è importante conoscere i luoghi.

La scuola parla troppo del passato? -riflette il provveditore- Io credo che questo modo di studiare la storia ci aiuta a capire cos'è la pace, cos'è la guerra e a comprendere il presente."


Il professor Paolo Pezzino ha ripercorso le diverse tappe del periodo della guerra e della nascita della Resistenza, sottolineando quanto sia importante conoscere quanto avvenuto: "Dovremmo parlare di Resistenze, c'era chi combatteva sui monti e chi faceva attività clandestine in città, tutti ebbero però una fondamentale unità d'intenti, liberare l'Italia dal fascismo, è stata una guerra antifascista.

Quando il 25 aprile 1945 viene proclamata l'insurrezione generale, l'occupazione delle città significo un momento politico, l'Italia non fu liberata soltanto dalle truppe straniere, l'italia era stata liberata da una parte degli italiani che nel Giorno della Scelta,  l'8 settembre, compresero l'importanza di partecipare.

Ha continuato il professor Pezzino: "Dai liberali ai comunisti, tutti trovarono la rappresentanza nella Costituzione, un compromesso positivo che rappresenta l'accordo tra liberali, cattolici e social-comunisti -conclude il professore- È stata una mediazione tra punti di vista diversi e il segnale di unità che la Resistenza seppe garantire. La costituzione ha messo i limiti all'interno dei quali fare lotta politica, per non farla mai diventare guerra. Per questo il 25 aprile è una festa di tutti."

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